Università, Amministrazione Comunale, Consorzio della Bonifica Renana – Parco Delta del Po Corretta gestione – Luccio – Incubatoio – Tinca – Ambiente – Natura – e tanto altro …..
Università di Ferrara, Amministrazione Comunale di Argenta, Consorzio della Bonifica Renana, Ente Parco del Delta del Po:
dopo la collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’Università di Ferrara e con l’ittiologo Dott. Mattia Lanzoni, che ha definito lo stato di salute del sito e delle specie ittiche ivi presenti continua la collaborazione con gli enti in epigrafe, per la corretta gestione della valle. Sono ultimamente stati definiti gli interventi utili per migliorarne l’attuale situazione (che è migliore di quanto si pensava), ipotizzarne preventivamente il costo e operare insieme per loro realizzazione.
Uno dei principali obiettivi da sempre traguardati: è incrementare e definire la presenza in valle del luccio italico (Esox Flaviae) e della tinca (Tinca tinca), già ampiamente presenti e numerosi, ora ridotti a poche ma importantissime unità. L'aggettivo appena usato (importantissimo) non è casuale: le catture programmate ed effettuate nello scorso inverno, che avevano lo scopo di monitorare e definire la popolazione di luccio, e le relative analisi ed i test, hanno stabilito che la totalità del luccio presente è appunto dell'ormai rarissimo LUCCIO ITALICO, in via di estinzione anche a causa dell'ibridazione con popolazioni di lucci provenienti in genere dall'est europa. Probabilmente le nostre valli essendo bacini "chiusi" hanno salvaguardato la purezza della razza dell'esox flaviae. Una vera fortuna avere una simile eccellenza a disposizione. Sarà d'obbligo sfruttare quest'altra eccellenza del nostro territorio e non disperderlo.
Luccio, Tinca, Incubatolio, Ambiente, Natura
Come precedentemente accennato la reitroduzione di luccio e tinca resta uno degli obiettivi principali che si vorrebbero raggiungere: riuscire ad incrementare il numero delle presenze di queste specie, significherebbe aver raggiunto uno stato di assoluta eccellenza dell’ambiente, della salute delle acque oltre ad aver prodotto un riequilibrio della natura che oggi non è comunque ottimale. La presenza nelle acque di Valle Santa di specie aliene, una eccessiva quantità di una specie a discapito di altre e la differente gestione del sito da parte dell’uomo, che ha cessato quelle attività che nei tempi passati erano invece praticate, come ad esempio il bruciare le canne palustri nel periodo invernale, ed una corretta regimentazione delle acque, ha prodotto uno squilibrio nel sistema che pare comunque di non facile soluzione. Tutti hanno garantito il massimo sforzo e l'impegno per cercare di migliorare l’attuale situazione.