Uccelli: oltre al già citato Martin Pescatore è facile incontrare: airone bianco, rosso e cenerino – airone guardabuoi, nitticora, svasso, gabbiano, cormorano, tuffetto, upupa, mignattino piombato, picchio rosso e verde, sterna, cavaliere d’italia, chiurlo, beccaccino, beccaccia, pavoncella, piro piro, avocetta, fenicottero rosa, spatola, gruccione, storno, cannaiola, canareccione, pendolino, cornacchia, corvo, ghiandaia, gazza, cigno, fagiano, gufo di palude, gufo comune, assiolo, civetta, barbagianni, falco cuculo, lodolaio, sparviero, falco di palude, gheppio, pellegrino, nibbio, poiana, albanella, astore, raramente si registra la presenza del falco pescatore – oltre a innumerevoli altre specie di passo o occasionali.
Mammiferi:tra i mammiferi è possibile incontrare: volpe, lepre, nutria, istrice, riccio, donnola, faina, tasso, capriolo, scoiattolo, è stato altresì visto il cinghiale, ma per ora è raro ed occasionale.
Rettili:i rettili più comuni, oltre alla sempre presente lucertola, non è difficile incontrare ramarro, biscia d’acqua, testuggine di terra e palustre (tartaruga di terra e d’acqua), biacco (frustone), ed altre tante specie a volte rare.
Innumerevoli e degni di nota gli insetti che contiamo a migliaia anche di specie rare o particolari: un particolare richiamo alle diverse farfalle ed alle lucciole che all’inizio dell’estate, nelle ore notturne, si notano a centinaia mentre lanciano nel buio i loro segnali luminosi.
Per gli interessati si consiglia di visitare il meraviglioso sito internet dell’amico Sergio Stignani, fotografo naturalista, all’indirizzo
PESCI e CROSTACEI: visto che siamo una Associazione di pescatori sportivi, è naturale concludere questa breve e certamente incompleta panoramica con le specie ittiche presenti ed insidiabili: carpa, carpa a specchio, brema, carassio, siluro, luccio, lucioperca, persico trota, anguilla, pesce gatto, americano, amur, alborella, persico sole, cobite, pseudorasbora, gambero di fiume, gambero della Luisiana, ed altre specie autoctone e alloctone.
PROGETTI:in stretta collaborazione con Amministrazione Comunale di Argenta, Consorzio della Bonifica Renana, Ente del Parco del Delta del Po e Università di Ferrara sono state incardinate alcune priorità necessarie al buon proseguo e ad una più corretta gestione del sito. Da settembre 2014, per la durata di un anno, sarà effettuato un monitoraggio delle acque e delle specie ittiche presenti, per stabilire lo stato di salute di Valle Santa e se siano necessari interventi per migliorarne e riqualificarne lo stato. Ad un primo esame sommario e senza dati scientifici pare comunque evidente che la scomparsa di alcune specie di alghe, una volta presenti in abbondanza, determini una minore ossigenazione delle acque oltre a non offrire riparo dai predatori (aironi, gabbiani, cormorani ed altri pesci) agli avanotti o addirittura alle uova di pesci ed anfibi. La presenza del gambero della Luisiana è un vero flagello a cui difficilmente si potrà porre rimedio senza “cure” drastiche.
Uno tra i più stimolanti progetti in cantiere è la creazione di un centro ittiogenico che consenta all’Associazione di produrre alcune specie ittiche, con lo scopo di rilasciarle successivamente in valle: naturalmente si è pensato a sua maestà il luccio ed alla regina delle nostre acque la tinca. Un tempo numerosissimi sia luccio che tinca erano il fiore all’occhiello delle nostre valli, in circa trenta anni il numero si è progressivamente ridotto fino a scomparire del tutto (tinca), o a ridursi a poche unità (luccio). Grazie alle già citate collaborazioni sono stati catturati alcuni esemplari di luccio, subito rilasciati, al fine di fotografarli e di prelevare un piccolo frammento della coda: dalle verifiche effettuate è stato rilevato che trattasi dell’ormai rarissimo luccio italico (Esox Flaviae), specie in via di estinzione. Il progetto quindi di migliorare l’ambiente della valle per consentire a luccio e tinca di poter essere ancora i “fiori all’occhiello” di Valle Santa. I tempi non possono giocoforza essere brevi, molti ostacoli, soprattutto di carattere burocratico, si interpongono con le azioni che si vorrebbero mettere in campo: la presenza dell’Università ed una conseguente gestione più “scientifica” della valle sono però i cardini su cui basare tutte le azioni finalizzate al miglioramento del sito. Cosa sarà giusto fare e cosa invece non fare sarà determinato dal personale tecnico universitario da tempo già operante. Si sottolinea con forza che l’antropizzazione di Valle Santa non è un limite o un problema ad un suo miglior sviluppo, tutt’altro: quando l’uomo frequentava ancor maggiormente la valle e vi ci lavorava, quando i vallaroli dall’alba al tramonto erano presenti, quando si tagliava, raccoglieva e bruciava la canna palustre, Valle Santa era un vero e proprio santuario di specie diverse e presentava una ricchezza di fauna e di flora che nel tempo, sono venute via via a mancare. Non si potrà di certo tornare ai fasti di un tempo, ma sicuramente sarà possibile migliorare e non di poco l’attuale situazione: di certo gli strumenti di conoscenza ci sono, le persone anche; anche in questo caso sarà “la politica” a dover fare la sua parte.
Tutti gli attori dell’attuale gestione di Valle Santa, Bonifica Renana, Comuni di Argenta, Università di Ferrara, Regione E.R., Parco del Delta del Po, FIPSAS, ASD VALLESANTA dovranno farsi parte diligente e attivare quanto necessario a centrare quello che deve essere un obiettivo comune. Se ciò accadrà, anche solo parzialmente, se sarà possibile centrare anche solo un paio di quanto traguardato, tutti ne usciremo moralmente ed eticamente più arricchiti e con un’immagine migliore da offrire.